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La Bufala che TikTok supera Google nella Ricerca
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La Bufala che TikTok supera Google nella Ricerca

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FastLetter - Una fonte buona dalla quale aggiornarsi
a cura di Giorgio Taverniti
N. 27 - 2 Agosto 2022

Di cosa parliamo

  • La Bufala che TikTok supera Google nella Ricerca

  • Internet si sta TikTokkizzando

  • Google e SEO

  • Strumenti

  • Da leggere

  • Interviste

  • Saluti

Premessa: Giovedì alle 16:30 ci sarà l’ultima live prima della pausa. Risponderò ai commenti degli ultimi video, tra i quali quello su Come SPACCARE su Substack, commenteremo le news più interessanti e continueremo l’analisi dei siti.

Poi andrò in pausa e tornerò a inizio Settembre.


La Bufala che TikTok supera Google nella Ricerca

Virgolettato su Techcrunch

“In our studies, something like almost 40% of young people, when they’re looking for a place for lunch, they don’t go to Google Maps or Search,” he continued. “They go to TikTok or Instagram.”

Detta da Prabhakar Raghavan, Vice President di Google alla Fortune’s Brainstorm Tech conference.

Partiamo dall’analisi semplice di cosa c’è scritto. Molti giornali hanno titolato che TikTok ha superato Google nelle ricerche, questo perché, oramai lo sappiamo, si giustificano dicendo che bisogna fare un titolo clickbait per ottenere visibilità. Aggiungo io: anche a costo di dire stronzate, mi pare di capire.

La nostra analisi semplice evidenzia 3 fatti:

  • “quasi il 40%” significa NON aver superato niente e nessuno

  • “Loro vanno su TikTok o Instagram”, significa che il 40% è un dato aggregato di entrambi, che singoli valgono molto meno

  • la fase di ricerca è “quanto vogliono un posto per mangiare”, quindi non in tutte le ricerche, ma in una cosa specifica dove comparare le due realtà è da stupidi

Puoi comparare Tripadvisor con Google Maps, non Google Search con TikTok. Ma prima di scendere nel dettaglio del perché non puoi farlo, il dato sarà aggiunto alla pagina dove Google parla dei competitor, ma non è un’indagine pubblica.

La frase che dovrebbe attirare l’attenzione di chi fa questo mestiere è: “secondo i nostri studi”. Ok. Di quali studi siamo parlando?

Perché Google è solito sparare queste frasi per difendersi o per giustificare azioni. In quella pagina dove sarà aggiungo c’è un altro famoso dato che oramai viene riportato da tutti, come se addirittura la fonte fosse Google ed è:

Independent parties estimate that 55 percent of people in the U.S. start product searches on Amazon, not Google.

La fonte non è Google. La fonte citata da Google è Vox.com che riporta però il dato di una ricerca commissionata da Bloomreach che attualmente da un 404, ovvero non è raggiungibile. Ma viene linkato un articolo della precedente che è ancora più specifico.

Seguitemi, stiamo concentrati, perché sta per arrivare il bello.

Nella precedente indagine, la frase ha una piccola variatio.

In a survey of 2,000 online shoppers in the U.S., 44 percent of respondents said they go directly to Amazon when looking to buy or research a product online.

L’indagine, fatta tramite un sondaggio a sole 2.000 persone, non chiede solo da dove inizi quando vuoi cercare un prodotto. C’è un piccolo OR. L’altra alternativa, quindi, è da dove inizi se vuoi comprare un prodotto.

Scusate, è veramente da stupidi comparare Google e Amazon con una domanda del genere, specialmente perché la funzione compra con Google non c’era.

Il primo sondaggio è datato 2015, il secondo 2016. La funzione buy on Google è stata lanciata nel 2015 in beta per pochi brand e non ha visto una diffusione per molti anni. Basti pensare che, probabilmente disperati lo scarso utilizzo, solo nel 2020 è stata rilasciata per tutti senza commissioni.

Quindi, se fai la domanda: qual è il sito da cui inizi se vuoi comprare o cercare un prodotto e compari Google e Amazon non sei un buon ricercatore o buona ricercatrice.

A Google fa comodo quel dato per via dell’antitrust.

Ma volete sapere qual è la cosa che fa sbellicare dal ridere? Jason Del Rey che ha scritto l’articolo conclude lo stesso con la critica che l’indagine commissionata da BloomReach serve più a BloomReach perché l’azienda vende software per la personalizzazione delle pagine e-commerce e quindi vuole mettere in evidenza Amazon perché tira acqua al suo mulino.

BloomReach’s impetus for conducting the survey is, unsurprisingly, self-serving. The company sells software that personalizes the pages of e-commerce sites for individual shoppers. BloomReach believes more personalized product pages can help online retailers compete better.

Perché questo pippone su quella ricerca?

Perché questa di Google è uguale. L’indagine non ci offre la possibilità di mettere in discussione la metodologia e le domande, ma ci da la possibilità di criticarla fortemente, specialmente gli articoli dei giornali.

E i punti salienti, sono due, anche abbastanza gravi. Iniziamo dalla prima

Quasi il 40% va su TikTok o Instagram per iniziare una ricerca quando vogliono cercare un posto per mangiare

Quasi il 40% potrebbe significare il 38%. Facciamo che sia il 38%. È molto probabile che la domanda sia stata fatta in modo specifico, ovvero qual è il sito dove inizi. O da una lista di siti/app. Se il 38% vanno su Instagram o TikTok, significa che quel 38% lo fanno INSIEME. Per dare un numero stupido, è come se il 19% va su TikTok e il 19% va su Instagram.

In pratica la notizia è questa: meno del 20% delle persone giovani usa TikTok quando cerca un posto per andare a mangiare.

Ripeto una cosa: se fate un sondaggio alle bambine e ai bambini di 5 anni e gli chiedete dove iniziano a fare una ricerca diranno YouTube.

Arriviamo alla seconda cosa grave.

Quasi il 40%, ma di cosa?

Quasi il 40% delle persone intervistate, attenzione, è un dato fuorviante. Perché non ci dice il totale della torta delle ricerche mondiali e, soprattutto, la comparazione di questo totale con gli anni precedenti. E si tratta di una ricerca particolare, quella dei posti dove mangiare. Non puoi fare questa comparazione, sono due cose diverse. Sono due fasi differenti. È la stessa cosa di Amazon contro Google per la domanda: se vuoi comprare un prodotto dove vai?

Dipende anche da come è stata posta la domanda.

Soprattutto in alcuni settori, TikTok e Instagram hanno portato un aumento globale delle ricerche degli esseri umani perché hanno creato una nuova esperienza di fruizione di una particolare fase della ricerca: l’ispirazione. E l’ispirazione che viene soddisfatta tramite la visione dell’esperienza del prodotto da parte di altri, anche sconosciuti. E attenzione: è il linguaggio di queste nuove generazioni che nel format dei video brevi stanno trovando un modo di comunicare diverso, che sta facendo esplodere questo tipo di esperienza. La fase informativa/commerciale che si esprime su Google è un’altra cosa ancora.

Perché TikTok è la prima piattaforma di Intrattenimento al mondo ed è per questo che stiamo assistendo a comportamenti diversi, che si fondano con quelli attuali.

D’altra parte, tutto cambia perché siamo esseri umani, non tecnologia. Questa è una nuova fase che si sta affiancando a quella di prima.

E magari, tenetevi forte, questa nuova fase non ha fatto altro che far iniziare un numero maggiore di essere umani nel mondo a iniziare una ricerca di quel tipo, andando ad aumentare poi la consultazione di informazioni in altri ambienti.

Google non lo dice. Ma questo non significa, come hanno scritto molti, che la GEN-Z o qualsiasi altra stia usando di meno Google. È semplicemente una stronzata.

A Google fa comodo quel dato, per alcuni motivi:

  • indagini antitrust

  • evitare polemiche per possibili novità nei suoi prodotti che sembrano copiare competitor

E infatti, attenzione attenzione, a fine articolo dice che il dato non è pubblico e sarà inserito nella pagina dove c’è anche l’altra bufala, quella di Amazon e del 55%.

Dovremmo imparare a fare informazione come si deve.

Questo però non significa che non puoi fare SEO su TikTok, la puoi fare.

Però questa storia ha fatto nascere una serie di video su Come Fare SEO su TikTok e sono tutti video che raccontano una SEO ferma al 2007.

Per questo motivo ho creato un video che si chiama proprio Come Fare SEO su TikTok.


Internet si sta TikTokkizzando

Lo scriveva Vincenzo Cosenza a Maggio del 2022 con un articolo dal titolo La TikTokizzazione di Internet. E circa un anno fa dicevo “TikTok farà ai Social quello che i Social hanno fatto ai Forum”. YouTube escluso.

Quello che intendevo è che i Forum, quando sono arrivati i Social, non solo si sono spopolati, ma le piattaforme hanno iniziato a scimmiottare i social appiccicando funzioni senza capirne il perché.

Forse la terza evoluzione di Internet non sarà il WEB3, ma i video brevi. Sono i comportamenti umani a cambiare radicalmente qualcosa, la tecnologia è solo al servizio. TikTok è una rivoluzione da questo punto di vista, lo dicevo al Social Media Strategies di 3 anni fa, raccontandone anche i pericoli.

TikTok è una rivoluzione non per i suoi algoritmi, non per i video brevi, ma per aver saputo cogliere, in modo fortuito, un cambiamento epocale nel modo di comunicare. E questo cambiamento, così forte, lo portano le nuove generazioni.

Per questo sono scettico sull’attuale versione dei metaversi. Sono una scommessa sui comportamenti delle future generazioni.

Ogni rivoluzione, lo è davvero, se ha un impatto del mondo reale. TikTok lo ha eccome, insieme a YouTube. L’ho imparato su YouTube, l’ho visto su TikTok (e l’ho comprato) sono frasi dei giorni nostri.

Forse non avremo un WEB3, forse oggi ci sono troppi settori in cambiamento per definire un cambio netto. La cosa certa è che TikTok ha portato una nuova forma di fruizione dei contenuti: l’intrattenimento, che si porta dietro alcune emozioni molto particolari come la sorpresa, l’ispirazione, la goliardia.

Se i frutti del 2.0 sono stati i Content Creator, non so se i frutti di TikTok saranno le Entertainer Creator. D’altra parte, su YouTube si è parlato da sempre di Infotainment, ma in mezzo a tante altre cose. Ma la differenza tra l’intrattenimento di YouTube e quella di TikTok è totalmente differente, perché su TikTok alla base le persone vogliono qualcos’altro. Sono in un flusso di contenuti, su YouTube sono su pochi.

Questo tipo di evoluzione porta un altro cambiamento: non sei tu a scegliere cosa guardare. E una grande sfida: la monetizzazione è ancora basata su modelli precedenti.

Quindi, copiare TikTok, è da stupidi. La qualità degli Shorts di YouTube, infatti, è molto inferiore a quella di TikTok. Se non hai i migliori contenuti del pianeta è inutile creare una piattaforma orientata sul NON FAR SCEGLIERE ALLE PERSONE COSA GUARDARE.

Non so se questo punto è chiaro. Ma spero di sì.

Ora Mosseri dice una cosa intelligente nel video che ha innescato la protesta Make Instagram, Instagram Again. Più o meno suona così “che lo vogliamo o no, che facciamo queste modifiche o meno, le persone aumenteranno il consumo di video all’interno di Instagram, quindi qualcosa dobbiamo fare”.

Una delle modifiche in test era la visione in full screen sia di foto che di video. La protesta ha fatto il giro del mondo e Mosseri si è scusato e dice che si torna indietro. Lo ha detto in un’intervista con Casey Newton su The Verge.

L’errore però in tutto questo è che è inutile inseguire TikTok nella sua esperienza utente se non hai la sostanza. È un rischio che stanno correndo, è un rischio altissimo.

Tutto l’ecosistema di Meta è un pericolo, stanno rischiando con il Metaverso, stanno rischiando con Instagram e Facebook, hanno il primo calo dei ricavi della storia (anche se, diciamocelo, tutte le BigTech hanno annunciato in pompa magna i dati dell’anno precedente evidentemente gonfiati dalla Pandemia).

Ora, veniamo ad alcune considerazioni

  1. È un po’ che vi dico che i Social Media stanno togliendo il potere che hanno le persone nello scegliere cosa seguire per dare più potere ai loro algoritmi; quindi, la funzionalità di Social Networking è quasi inutile

  2. anche Facebook sta cercando di offrire un feed con contenuti prodotti da Content Creator, se ne sta parlando da un po’

  3. Il full screen dei contenuti fa parte dell’esperienza di oggi

Possiamo dire che TikTok è così nativamente?

Possiamo dire che è anche una questione di positioning? Se voglio quel tipo di contenuti vado su TikTok. Ed è questo da capire: l’unica strategia vincente per combattere TikTok era comprarlo. Fine.

Oggi TikTok rappresenta un terzo polo nel mondo video dove è leader nel suo mercato. Andarsi a TikTokkizzare è da stupidi, lo ripeto. Anche perché non tutto il mondo vuole l’intrattenimento e anche perché, quel tipo di intrattenimento riguarda un aspetto prettamente umano. E queste cose evolvono. I nostri bisogni cambiano.

Su tutto quello che sta succedendo vi segnalo quattro contributi molto interessanti anche se Mosseri è tornato indietro:

  1. Instagram è morto? di Francesco Oggiano

  2. La fine di Instagram per come lo conosciamo di Vincenzo Cosenza

  3. La fine dei social network (per come li conosciamo) di Valerio Bassan

  4. Non è la fine dei Social Media - di Riccardo Bassetto

Ah, una piccola nota. La protesta di Instagram avviene anche perché la maggior parte delle persone ci ha fatto un business con le sponsorizzate e con il cambiamento non essendo in grado di produrre quel tipo di contenuti nuovo vedrebbe un calo importante.

E altra nota: se volete esserci su TikTok, chiedetevi come esserci. Consumate ore di video per assimilare un linguaggio e comprenderne l’ambiente, le cose tecniche sono inutili se non si comprendono gli aspetti umani.


Google e SEO

Vi segnalo la nuova versione delle Linee Guida dei Quality Rater. Inoltre 5 letture interessanti:




Sono uscite un bel po’ di recensioni sul mio libro Google Liquido e a breve sul sito ufficiale farò una raccolta. Ho ancora qualche email alla quale devo rispondere e lo farò a breve, ma nel caso in cui volessi intervistarmi puoi chiedermelo o rispondendo a questa email oppure attraverso questa pagina.


Saluti

Ed eccoci alla fine.

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