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Google Shock 2: la Tassa invisibile di Google Ads e il Prelievo dei nostri soldi
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Google Shock 2: la Tassa invisibile di Google Ads e il Prelievo dei nostri soldi

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Edizione Straordinaria.

Trovate sia il podcast e in fondo alla Fastletter, anche il video.


Non so se non sono stato chiaro io, oppure se alcuni non hanno capito un tubo. Propendo per la prima, ho dato per scontate alcune cose.

Se una banca vi fa un prelievo sui vostri conti, di 100€, cosa dite a voi stessi?

“Non è mica una onlus, è un’azienda” oppure “che ingenuo che sono stato a mettere i soldi in banca, è un’azienda se è in difficoltà può farlo”.

Perchè è un po’ successo questo con una parte di persone che hanno letto la newsletter passata o il visto il video.

Quello che Google ha fatto non è solo prevaricare la sua linea valoriale, ma creare un sistema illeggittimo per PRELEVARE più soldi. Da chi? Da me, da te, dalle aziende che seguite come consulenza ADS. Da quasi tutti quelli che investono in Google ADS.

Con la complicità del team Chrome e del team Search.

Ora vi mostro le prove e vi spiego cosa sto dicendo. Prima però, le reazioni delle persone non in linea con me si possono dividivere in due categorie:

  1. “È da sempre così, il sistema Google è da sempre stato così”

  2. “È un’azienda, cosa ti aspetti?”

Fatemi partire dalla prima: “è da sempre stato così”.

No. Nel cervello di tanti lo è stato, non per Google. Non sono ingenuo, leggo ciò che c’è scritto, valuto, mi faccio un’idea.

Prima della lettera, noi sapevamo che c’era il team di Google ADS a spingere per fare qualsiasi cosa per guadagnare di più. E questo è chiaro a tutti. Nessuno di noi pensava il contrario.

Dopo la lettera, sappiamo che ci sono più reparti che si sono messi insieme. La lettera è il punto di svolta, è la prima volta che avviene.

È un fatto. Se fosse al contrario, se fosse come dite voi che avete commentato in quel modo, la lettera avrebbe avuto un tono diverso, più simile a:

Ciao, fai un rollback per favore perché stanno diminuendo di molto le entrate e questo non ci fa raggiungere gli obiettivi che tutti noi ci siamo posti.

Grazie e notificami quando hai fatto.

Ma non c’è scritto questo. So che è difficile, so che ci sono tanti pregiudizi su Google e appena c’è un minimo di conferma di ciò che pensiamo di male è difficile calmarsi e ragionare.

Ma è così. È un dato di fatto. Prima c’era il team di ADS, dopo la lettera è diventanto un intero sistema.

Ora possiamo dire Google fa di tutto per aumentare i profitti, prima non potevamo.

Questa è la prima cosa che mi ha stupito così tanto. Siccome per voi è sempre stato così, oppure non avete capito cosa è veramente successo, non vi siete stupiti. Di sicuro prima vi sbagliavate.

Infatti quella lettera è sorprendente e mi da certezza di ciò che vi dico per un dettaglio che fa notare Marco Loguercio su questa frase:

per tutte le persone dei nostri team che cercano di vivere in zone ad alto costo un'altra XXXX di perdita di valore delle azioni non sarebbe ottima per il morale.

Marco commenta:

Che a fare pressioni per risultati "a tutti i costi" siano gli investitori e spesso anche i top manager remunerati con pacchetti azionari non è una novità. Stavolta però a tenere al valore del titolo sono anche gli operativi che hanno, come parte della remunerazione, anche Google Stock Units (GSU).
D'altronde, con il costo della vita che si stava alzando prima della pandemia (vivere tra S. Francisco e la Silicon Valley è costosissimo, come mi ha confermato qualche settimana fa un amico ex Google che ci vive), non sorprende che non volessero rimetterci...
Un punto di vista che non avevo effettivamente mai considerato.
Alla fine ruota tutto attorno al vil danaro...

Se qualcuno stava cercando di affermare che hanno fatto apposta a scrivere in quei toni, no mi spiace, ci sono dei dettagli personali che non avrebbero mai messo.

Per me, ad oggi, è diventato un sistema. E affermo che lo è perché le azioni che hanno fatto allora sono attive ancora oggi, sotto gli occhi di tutti. A breve le vediamo.

Ma ancora di più perché Raghavan che era a capo di Google Ads, ora è a capo anche di Search. Se qualcosa non gli sta bene, non manda un’email al team search, fa una riunione. E noi non sapremo niente.

Mi ricorda molto Berlusconi, quando sulle sue reti tutti dicevano che le controllava in base a cosa pensava lui, invece dal mio punto di vista aveva assunto e attirato vicino a lui persone che la pensavano come lui: non aveva più bisogno di controllare niente.

Da Google lavorano persone fantastiche. Siamo sicuri che ora non salti qualche testa? Se non dovesse saltare avremmo la certificazione che è un sistema al 100%. Ma ricordo che varie volte i Googlers hanno protestato internamente, dall’ingresso in Cina all’uso dell’Intelligenza Artificiale, dalle condizioni dei lavorati alle questioni di genere.

Quindi veniamo al secondo punto: “è un’azienda, cosa ti aspetti?”.

Che rispetti le leggi. Che non mi freghi. Che se la banca mi preleva 100€ senza che ne abbia il motivo, io possa tutelarmi.

Ed è quello che ha fatto Google: inserire una tassa sulle aziende che fanno ADS e fare un prelievo quando pare a lui con le percentuali che decide. E lo ha fatto creando un sistema che include Google Ads, Google Search e Google Chrome.

Il nome che tutti noi del settore gli diamo è: Brand Protection, le famose campagne brand.

Se ancora non vi si è accesa la campanella, ci penso io.

Andiamo su Firefox e cerchiamo un brand. In questo caso una delle prime cose che mi propone firefox è il suggest del sito, perché è il sito più popolare legato alla ricerca.

Posso anche cercare dentro Amazon:

Andiamo su Safari. Stesso comportamento di Firefox. Mi mostra il sito.

Andiamo su Google Chrome: non c’è il sito.

Ed è la funzionalità che hanno tolto. Ovvero i siti più visitati e la ricerca e prima c’era:

Quindi cosa accade? Che vai qui. E cosa c’è come primo risultato? Un annuncio.

Il traffico diretto è diventata una ricerca su Google. E siccome le persone vogliono andare sul sito, cliccano sull’annuncio che è primo, tanto è uguale. Sono soldi che le aziende non dovrebbero spendere.

E fate attenzione a questo passaggio. Con questo rollback raggiungono i risultati economici.

E attenzione a quest’altro che vi aggiungo: quei soldi che stanno facendo, non li fanno da chiavi generiche e commerciali come scarpe, perché queste anche prima finivano in ricerca. SONO SOLO QUELLE BRAND.

Forse ora ci siamo: i soldi che stanno facendo sono soldi che le aziende investono per la protezione del brand, che in questo caso però sono traffico diretto trasformato in un click sull’annuncio.

La “tassa” invisibile di Google Ads che si trasforma in un prelievo di soldi con una funzionalità.

La capite la gravità ora? È più chiaro? Eccolo il secondo shock.

E dove sta il conflitto di interesse con la Search?

Anche qui, ve lo spiego io.

Avete presente i sitelink? Molte volte non sono aggiornati. E in effetti guardiamo questo esempio: C’è un link errato, commercialmente dannoso.

Dovrei poterlo togliere! È da molto che non è a menù…una volta (2016) era possibile farlo, eliminando dalla Search Console quelli vecchi. OGGI NON PIÙ!

Perché non ci danno la possibilità di farlo? Sarebbe facile e giusto.

Invece molti sono costretti a fare Google ADS. Perché non c’è controllo!

E il layout in serp da mobile, quello che gli fa fare più click? Non è che hanno aggiunto uno di quei box inutili che ogni tanto ci sono, non contestualizzati, per dividere meglio ads da organico? Oramai mi tocca fare domande eh…la fiducia è persa.

E i title che sono riscritti con l’AI?

E quando in quella lettera chiede di pensare a questa cosa:

Ci sono altri aggiustamenti al ranking che possiamo rilasciare molto velocemente?

Pare che ci sia la modifica degli intenti delle chiavi.

Insomma, Google ha rotto il patto di fiducia con gli utenti e con le aziende che investono.

Come dice Stefano Quintarelli serve un’autorità di garanzia e lo spiega molto bene in pochissime parole qui: On blind Martinis, Madhoff’s Ponzi scheme and possibly virtual auctions.

E serve che noi possiamo iniziare a chiedere cose.

Non è vero che a casa tua fai quello che vuoi tu. Perché è sbagliata la metafora. Google non è una casa. E non invita. E se inviti qualcuno a casa tua, comunque, non puoi fare ciò che ti pare. Attenzione a usare le metafore se non conoscete l’impatto di queste, consiglio il libro Metafora e Vita Quotidiana di George Lakoff - Mark Johnson.

Io spero di aver chiarito il mio punto di vista, lo shock e la gravità di una situazione che non è normale. Se volete provare a fare qualcosa insieme, su Connect.gt ho aperto una discussione per tentare di scrivere una lettera aperta a Sundar Pichai.

Sono altresì convinto che le autorità potrebbero arrivare a dettagli importanti di decisione.

Pensate se qualcuno inizia a imporre che quando esce un brand in SERP, il brand deve poter decidere il proprio title e i propri sitelink aggiornando quando gli pare le informazioni.

Pensate se qualcuno inizia a dire no, se dalla barra del browser degli indirizzi cerchi un brand devi andare sul sito del brand.

Perché quando c’è un monopolio, non solo ci può essere abuso di posizione dominante, ma anche pratiche illecite.

E non tocco il tema dell’ADV, dove hanno alzato senza dirlo a nessuno il costo. Dove anche se vincevi l’asta ti mettevano al secondo posto, come i casi di Amazon o Booking, che o hanno un accordo o non credo siano felicissimi di queste cose. Come fa notare cutoff qui.

Di qui su ricevono una risposta da Google.

Search ads costs are the result of a real-time auction where advertisers never pay more than their maximum bid. We’re constantly launching improvements designed to make ads better for both advertisers and users. Our quality improvements help eliminate irrelevant ads, improve relevance, drive greater advertiser value, and deliver high quality user experiences.

Da Google non hanno capito che oramai la fiducia è persa, che queste risposte generiche ci fanno solo affermare “ma chi ti crede“ e che dovranno fare un grande lavoro di trasparenza e approfondimento con gli addetti ai lavori. Altrimenti è inutile rispondere proprio.

Secondo me, come ho già detto, da questo processo nasceranno molti alti processi, ma ad oggi Google ne sta uscendo distrutta nella sua reputazione e nella fiducia.


I NOSTRI PROSSIMI EVENTI A PAGAMENTO E GRATUITI

Vi metto la lista di ciò che stiamo creando perché n

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A breve apriremo le iscrizioni gratuite a La Settimana della Formazione Digitale perché stiamo preparando una Edizione dedicata all’Intelligenza Artificiale che spaccherà.

La stiamo dedicando a Per cosa la useremo DAVVERO nelle singole materie e settori: dalla SEO all’E-commerce, all’ADV e via dicendo.

Questo perché con tutto questo casino non si sta capendo più niente!


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